Mathare è la seconda baraccopoli di Nairobi in ordine di grandezza, qui i residenti hanno sviluppato una strategia informale ma efficace di economia su piccola scala che si svolge per lo più in precarie case-bottega e in luoghi malsani.
Ogni giorno, la marea deposita gli infiniti rifiuti scartati dalla capitale: assi di legno, insegne pubblicitarie, tavole e lamiere, e soprattutto bidoni, l’elemento base di un progetto di riciclo ingegnoso ed efficace.
Questi oggetti fanno parte a tutti gli effetti di un’economia interna nata per soddisfare i bisogni delle persone che vivono nello slum e che non hanno accesso a beni di consumo proposti dal mercato.
Cose semplici e tuttavia necessarie per svolgere le normali attività quotidiane: pentole, trappole per topi, scarpe, palette, mestoli, stufe, secchi, lanterne.
Forme invarianti, motivate e migliorabili sempre in base alla loro funzionalità, eppure dotate di una forza misteriosa che li rende difficili da classificare: sono contemporanei, ma con un carattere antico; seriali, ma eredi di una tradizione tribale; poveri, ma ricchi di inventiva.
Curata da Fulvio Irace, “Made in Slums” è un omaggio a questa cultura del progetto che trasforma la povertà in ricchezza a portata di tutti.
Gli oggetti e gli utensili d’uso quotidiano sono stati selezionati da Francesco Faccin nel corso di una ricerca svolta da Liveinslums. In occasione della mostra Corraini Editore ha realizzato un libro per raccontare le attività realizzate dall'ong a Mathare e catalogare gli oggetti selezionati dalla mostra.
CREDITI:
Ideazione e coordinamento: Gaetano Berni - Silvia Orazi
Curatore: Fulvio Irace
Foto: Francesco Giusti e Filippo Romano
Video: Silvia Orazi e Fabio Petronilli
Selezione oggetti: Francesco Faccin
Allestimento: Maria Luisa Daglia - Luca Astorri - Francesco Segre Reinach
Progetto grafico della mostra: Claude Marzotto
Progetto grafico della pubblicazione: Paolo Giacomazzi